Viaggio nei cantieri dimenticati di Roma

Il quotidiano la Repubblica ha stilato un’agenda di tutti i cantieri dimenticati della Capitale. Eccola

METRO C – È l’incognita del momento provocata dall’ondivaga sindaca Raggi, che prima ha dichiarato che la linea C non sarebbe arrivata nemmeno al Colosseo, poi è tornata indietro, ma con un sibillino «si vedrà come proseguire». Arriverà fino a piazza Venezia, per la quale sono già pronti i progetti per la fermata? O addirittura fino a piazzale Clodio, come si pensava all’inizio? Chissà. E sulla metro l’eredità di Paolo Berdini è tranchant: «Sarebbe meglio deviarla da San Giovanni verso la Piramide» aveva proposto «e da qui lungo via Portuense per servire gli ospedali Spallanzani e San Camillo. Poi si termina a Corviale, la periferia più devastata di Roma». Ora la prossima mossa sta anche a Montuori.

TORRI DELL’EUR – Qui la confusione è davvero grande sotto il cielo. E tutto si è fermato, congelato, al novembre scorso quando la seconda sezione bis del Tar del Lazio ha dato ragione alla Alfiere Spa, al 50% di Cassa Depositi e prestiti Immobiliare e per l’altra metà di Telecom, nella querelle con il Comune, che aveva bloccato il “permesso a costruire” per un’inchiesta della Finanza. Ma nel frattempo va avanti l’indagine sui 24 milioni di euro che dovevano essere corrisposti al Comune dalla società e che invece erano “spariti” dal contratto. Solo una svolta potrebbe far incassare finalmente a Roma quei 24 milioni e dare nuova vita alle torri e al quartiere portando investimenti che assommano a più di 200 milioni.

EX MERCATI GENERALI – Sugli otto ettari degli ex Mercati generali di Ostiense, un cantiere infinito da ormai quindici anni, l’ultima notizia è quella della faida tra grillini nell’VIII Municipio, tra chi vuole far partire il progetto così com’è con poche modifiche e chi invece punta ad ascoltare di nuovo i cittadini e a proporre cambiamenti radicali. Il fatto è — continua la Repubblica — che l’’ultima Conferenza dei servizi si è chiusa con un parere positivo ad aprile dello scorso anno, ma i concessionari, i costruttori Toti e il potente gruppo immobiliare francese dei De Balkany, non possono iniziare i lavori senza una delibera definitiva del Campidoglio. Arriverà? E come?

NUOVO FLAMINIO IN VIA RENI – Anche in questo caso la Conferenza dei servizi del Campidoglio ha dato il suo ok al progetto, varato dalla Giunta Marino e fatto arrivare in porto dall’assessore Berdini. Mentre un’incognita è ancora quella del Museo della Scienza, che il Comune prima voleva costruire su un ettaro della zona, ma sul quale ora ci sono dubbi. Intanto il piano attende urgentemente una delibera di Giunta con la variante, per andare quindi al voto del Consiglio comunale. E dopo si bandirà la vera e propria gara d’appalto per i lavori, un investimento del Fondo di Cassa Depositi e Prestiti di oltre 100 milioni, di cui il Comune ne incasserebbe 43 di oneri concessori e la proprietà di un ettaro per costruire quello che vorrà.

PROLUNGAMENTO METRO B – Il prolungamento da Rebibbia a Casal Monastero, fuori dal Gra, con una fermata a San Basilio, è un project financing con una gara già aggiudicata a un Consorzio, con capifila Salini, Ansaldo e la Vianini di Caltagirone. Il costo? Cinquecentotto milioni — conclude la Repubblica — da pagare ai costruttori in cambio della realizzazione dell’opera. Novantanove milioni venivano dalla Regione, 67 da Roma Capitale più altri 133 da versare in un momento successivo alla realizzazione. A saldo il consorzio avrebbe avuto anche una serie di aree da edificare, del valore di circa 200 milioni, di cui 67 milioni dalla vendita di un’area a Pietralata. Mentre 143 milioni venivano dal permesso a costruire su sei aree di cui quattro sono risultate inedificabili.

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